P.zza Michelangelo_Catania
spazi pubblici |
2010
Piazza Michelangelo (CT) ATTRAVERSAMENTI D'ACQUA
Arch. Giovanni Fiamingo (capogruppo)
con arch. Maria Cimato, arch. Enzo Magra, arch. Loredana Cama
cons.: Silvia Lepore (pittrice e scultrice), Stefania Milioti (pittrice e scultrice)
coll.: Antonio Coco, Mario Covello, Alessandro De Luca, Lucia La Giusa, Francesco Miroddi.
PREMESSA
Metodologicamente, la prima operazione proposta dal progetto è mirata alla riconquista della piazza e alla riduzione dell'effetto "rotatoria" cui è sottoposta dall'attuale assetto viario, cercando di non sottrarre eccessivo spazio alle esigenze del traffico e alla dotazione di spazi sosta già presenti.
Le modifiche apportate alla viabilità esistente sono poco rilevanti; la semplice eliminazione di via Gustavo Vagliasindi permette, infatti, di guadagnare la regolarità di uno spazio quadrangolare a diretto contatto con il portico e le relative attività commerciali dell'edificio collocato fra Via Imperia e Via Raffaello Sanzio.
Ciò consente, in un sol colpo, di recuperare l'integrità della piazza concedendo il giusto spazio ai pedoni. Mentre il circuito carrabile che originariamente si veniva a creare intorno ad essa si ristabilisce attribuendo doppio senso di circolazione alla strada parallela, la Via Oliveto. E' possibile prevedere, in ulteriore sede di progettazione, la presenza di un parcheggio interrato a cui accedere da Via Sanzio.
La nuova relazione fra l'edificio porticato e la piazza di progetto mette immediatamente in luce il potenziale spaziale del varco/passaggio che attraversa il medesimo edificio e che indirizza otticamente e pedonalmente verso l'area retrostante (sede del futuro parcheggio scambiatore interrato): tale nodo pone senza dubbio il problema di una continuità spaziale e architettonica che è possibile guadagnare proiettando la futura piazza su uno scenario più complesso, in direzione delle aree attrezzate esistenti e di quelle future collocate su Via Raffaello Sanzio.
Proprio la presenza di queste estese aree alberate e già attrezzate per i bambini, il gioco e lo svago, suggeriscono per Piazza Michelangelo l'elaborazione di una strategia che renda questo luogo "complementare" a quelli già esistenti, senza riproporre esclusivamente un semplicistico potenziamento del verde.
IL PROGETTO
A Catania, in generale la natura è molto forte e presente sia come traccia che il vulcano lascia con le sue sciare e i basolati lavici, che come Natura propriamente detta, cioè verde, mare, cielo, etc.
In particolare, nelle immediate vicinanze dell'area di intervento è presente una cospicua dotazione di spazi a verde attrezzato.
All'interno di un approccio integrato e di una interdisciplinarietà che coinvolge anche il mondo dell'arte, noi proponiamo di intervenire con una diversa concettualizzazione della Natura, trascrivendo e rappresentando spazialmente le sue componenti più arcaiche e simboliche (aria, acqua, terra e fuoco/luce), dedicandola in particolare ad uno di essi. Il progetto, infatti, cercherà di risolvere le complesse questioni di Piazza Michelangelo attraverso la presenza dell'acqua come elemento caratterizzante.
Per tale motivo, il riguadagnato quadrilatero dello spazio pubblico tende ad assumere il ruolo "regolatore" di uno scacchiere su cui si dispongono strategicamente gli elementi di progetto. Come in un'implosione, frammenti evocativi si appropriano di tale spazio: una grande e leggera vela, piani inclinati di terra e verde, prismi luminosi e piani d'acqua si fanno interpreti di una strategia di riqualificazione dei valori urbani di tale spazio.
In particolare, la piazza si misura soprattutto con la dimensione dell'edificio porticato, ma anche con la sua rigida e chiara scansione costruttiva. Il passo rigoroso della struttura, che origina il portico, misura e regola i diversi ambiti e le varie articolazioni del suolo che il progetto propone. Una serie di mirate "distorsioni" cercano poi di originare ambiti spaziali precisi, funzione di una strategia localizzativa e di attraversamento legata all'interpretazione dei "quattro elementi".
LA VELA
Il sistema di "vele" organizza dei luoghi d'ombra e d'aria che potenziano e valorizzano le attività commerciali che insistono sotto il portico. In particolare il bar esistente può così meglio proiettarsi ed integrarsi con la piazza.
I PIANI INCLINATI DI TERRA STABILIZZATA E VERDE
Un sistema di "collinette" artificiali si intrufola in mezzo alle chiome alberate esistenti per creare degli spazi di terra. I piani inclinati, definiti dal verde di un prato o dai colori della terra stabilizzata, si offrono all'attraversamento della piazza e all'organizzazione di luoghi di sosta e di svago, leggermente sollevati in quota, che schermano la vista e i rumori del traffico veicolare.
I PRISMI LUMINOSI
Allo scopo di rafforzare il legame fra le attività commerciali presenti nel portico, incrementandone il valore urbano, si dispongono sulla piazza una serie di prismi di vetro che possono ospitare, come elementi vetrina, la loro "proiezione" in avanti verso la piazza, invitando alla sosta e all'attraversamento. Alcuni di questi prismi si deformano, seguendo le geometrie di piani triangolari, per sostenere i sistemi di vele. Altri si modellano per ospitare dei chioschi. Nell'ipotesi di presenza dei parcheggi ipogei, essi possono svolgere anche il ruolo di sistema di illuminazione e di aerazione.
La loro sequenza luminosa, colpiti dalla luce del sole o accesi da un apposito sistema di illuminazione notturna, misura la dimensione trasversale della piazza.
I PIANI D'ACQUA
Un elemento "muro", collocato sulla parte più prossima dell'area del futuro parcheggio scambiatore, origina un percorso d'acqua che riaffiora carsicamente attraversando il varco dell'edificio porticato. I piani d'acqua invadono e definiscono una porzione della futura piazza, organizzando piccoli luoghi di sosta. Il sistema ritmico di queste fenditure invase dall'acqua, disposte nel suolo come un "codice a barra", si infittisce e dirada per consentire fluidi percorsi e attraversamenti dello spazio.
LE SISTEMAZIONI SOTTOSUOLO
Le sistemazioni sottosuolo previste sono individuate dall'eventuale parcheggio ipogeo, che amplifica e completa la dotazione di parcheggi a raso previsti nel progetto, e dal sottopasso che attraversa Via Veneto per condurre nelle prossimità dei futuri uffici comunali.
Entrambe le opere, meglio determinabili a partire di una analisi più dettagliata delle reali esigenze del luogo, vogliono indicare, piuttosto che risolvere, dei problemi concreti dell'area d'intervento. Uno è certamente quello dell'attraversamento pedonale delle due grosse arterie viarie che costeggiano Piazza Michelangelo, che producono l'effetto di rendere ancor più "irraggiungibile" dalla cittadinanza questo luogo. L'altro è la constatazione che la richiesta di parcheggi "pertinenziali" nei luoghi urbani non può essere risolta con la costruzione del futuro mega parcheggio, ci pare di capire solo pubblico.
Del resto, la moltiplicazione di aree per la sosta a basso impatto visivo, come quello proposto, non può che snellire la pressione e la relativa richiesta altrimenti convergente per intero nei pochi luoghi preposti. Allora, in una strategia che miri a restituire il "suolo" ai cittadini, occorre ridurre quanto più è possibile l'incidenza negativa del traffico e degli autoveicoli che fagocitano con la loro sosta, spesso ai limiti del consentito, gli spazi della percorrenza pubblica.
IL VERDE
All'interno della logica generale del progetto, si prevede il massimo rispetto delle alberature esistenti e il loro potenziamento con esemplari della stessa specie.