P.zza S. Spirito_Catania

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2010
Piazza Santo Spirito (CT) OMBRE MULTIPLE
Arch. Giovanni Fiamingo (capogruppo)
con arch. Maria Cimato, arch. Enzo Magra, arch. Loredana Cama
cons.: Silvia Lepore (pittrice e scultrice), Stefania Milioti (pittrice e scultrice)
coll.: Antonio Coco, Mario Covello, Alessandro De Luca, Lucia La Giusa, Francesco Miroddi.


PREMESSA
Questo progetto è dedicato ai siciliani e alle loro ombre.
Le "ombre" siculi sono famose in tutto il mondo. In Sicilia è infatti abituale stare all'ombra, o nell'ombra: e non solo a causa della spietata luce del sole meridionale, dei suoi bagliori accecanti e del calore intenso che procura. Di conseguenza, si è naturalmente abituati a rimandare l'ora e il tempo del riscatto, restando nell'ombra.
La luce meridionale disegna ombre nette e allo stesso tempo rassicuranti. In questo senso, il costante movimento dell'ombra può diventare una doppia, multipla, strategia di sopravvivenza plastica: permettendo da un lato di rientrare in un paesaggio naturale di forti contrasti, di opposizione di luce e ombra; e consentendo dall'altro di misurare il tempo dell'attesa, dando contezza del momento "della giornata" che si sta vivendo.
Ovviamente, questa misura del tempo può avvenire nella sue possibili accezioni, oscillando fra l'ironia e la tragicità, fra il sublime e il non-sense. In questa accezione, le ombre riescono ad esprimere l'esattezza dei meccanismi di un orologio quanto a misurare gli stati dell'anima.
Come il raggio di sole del poeta, possono trafiggere il suolo o risultare taglienti come la sciabola di un samurai. Aumentando la densità e la pesantezza dell'aria che investono, riescono persino a farla sprofondare nella terra, "incidendo" i suoli e manifestando una loro intrinseca forza tellurica.

Dell'ombra a noi interessa soprattutto esplorare questa sua capacità di rappresentare il tempo, da intendere come la "componente naturale" prioritaria con cui vogliamo attrezzare la piazza di Santo Spirito.
Quello che noi tenteremo è una trascrizione architettonica del fascino dell'ombra. Del resto, il dibattito contemporaneo insegna proprio che non si può fare a meno di quest'ultima. Metaforicamente, possiamo dire che un oggetto senz'ombra e chiaramente cerebrale, "nordico", apollineo e platonico al contempo. Cosa che chiaramente rifiutiamo.
Di conseguenza, tratteremo il suolo come un pentagramma; cercheremo di percorrerlo ed esplorarlo grazie ai valori plastici dell'ombra: incidendolo e penetrandolo, ma anche staccandoci da esso, sollevandoci.
Useremo le ombre per mettere in luce l'esistente, sfruttando la loro capacità di offrire nuovi ed inconsueti scorci prospettici. In particolare, il forte contrasto espressivo tipico dell'area d'intervento, fra facciate storiche e moderne, ci fa intendere lo spazio indagato come "luogo del limite": in tal senso più che aggiungere cercheremo programmaticamente di operare per sottrazione, per scavo.
Con un esplicito richiamo alla luce e alle ombre della Metafisica e ai "soli spenti" di dechirichiama memoria, la chiesa di Santo Spirito si trasformerà in un gigantesco e urbano orologio solare. La solidificazione plastica delle ombre di una giornata tipo, permetterà di individuare grazie all'ombra reale, il momento esatto del tempo in cui preferiamo collocarci.
Come le ombre che Tanizaki attribuisce all'Occidente, esse saranno "materiche" e pesanti. Il loro disegno tenderà a caratterizzare questo specifico paesaggio urbano.

IL PROGETTO
Col progetto della nuova piazza di Santo Spirito si tenta, dal punto di vista della viabilità, di sottrarre questo spazio al traffico, restituendo il sagrato alla chiesa esistente. Le modifiche alla viabilità carrabile consistono nel rendere a doppio senso di circolazione Via Puccini e un tratto di Via Carlo Felice Gambino. La rotatoria che prima si effettuava intorno alla piazza viene ridotta alla sola zona superiore dove vengono collocati i parcheggi a raso.
Il disegno di suolo proposto per l'area circostante la chiesa di Santo Spirito cerca di risolvere la casuale dislocazione spaziale e la dichiarata estraneità della stessa al tessuto circostante: l'architettura di "ombre" proposta aspira al contatto con le quinte edilizie, riorganizzando lo spazio anche in sezione, e creando nuovi tracciati di sottrazione laddove sono stati rimossi i vecchi legami urbani.
Il movimento di suolo ricavato, consente di ottenere spazi che esplorano lo spessore del suolo. Nelle pieghe di questa articolazione della linea di terra si possono ospitare manifestazioni all'aperto e nello stesso tempo collocare delle attività commerciali (bar e ristoranti) che utilizzano i ripiani lapidei ed erbosi di progetto, espandendosi verso la piazza.

Anche il vuoto urbano compreso fra Via Gambino e Via Paternò viene riconquistato come spazio pubblico, con un semplice disegno di suolo e l'inserimento di fasce alberate, alternando arancio amaro e limone. Uno spicchio di piazza, nell'estremità più vicina a Piazza Stesicoro, si solleva e si modella come un piccolo anfiteatro urbano affacciato verso il fronte incompleto ed articolato dell'edificio antistante (trasformandolo in fondale scenico adatto ad ospitare piccole manifestazioni, proiezioni ed altre attività). Il sollevamento di questo suolo svela un parcheggio ipogeo pluripiano, nella tradizionale tipologia di un parcheggio interrato in cemento armato. Pensato a servizio dei residenti e non, potrebbe sopperire alla grande richiesta di posti auto della zona.
Il mantenimento del chiosco esistente viene affiancato dalla riprogettazione dell'edicola adiacente. Mentre per una efficace risoluzione dei problemi legati alla sosta degli automezzi si propone anche il mantenimento di buona parte dei parcheggi a raso esistenti, da affiancare alla già prevista delocalizzazione del distributore di carburante presente in loco, così come del capolinea degli autobus.

LA PISTA CICLABILE
Il progetto accetta integralmente le indicazioni del bando, non modificandone il tracciato. Tuttavia, si indica anche una possibile seconda soluzione, sulla base di quanto suggerito nel punto 5 delle risposte ai quesiti, in merito alla possibile traslazione di alcuni "nodi" al fine di rendere il tutto congruente alla proposta di progetto.
Senza implicare una modifica sostanziale dei tracciati, questa seconda soluzione risulterebbe più efficacemente relazionata al nuovo contesto urbano. Essa nasce dalla constatazione e dalla esigenza di risarcire il sagrato della chiesa di Santo Spirito. A tale scopo, il progetto prevede la pedonalizzazione del tratto di strada che, prolungando Via Montesano, passa davanti al fronte principale della chiesa.
Unire con un lastricato pedonale la chiesa agli edifici antistanti, significa proprio risarcire la stessa del sagrato mancante. In quest'ottica, risulta problematico accettare l'attraversamento di tale nuovo spazio di aggregazione dal flusso e dal passaggio delle biciclette. Per tale motivo, la seconda soluzione prevede la semplice traslazione di alcuni "nodi" in maniera tale da svincolare il tracciato ciclabile dai nuovi usi della piazza, girando attorno ai margini della stessa.

LE OPERE D'ARTE
Nell'ottica di un approccio pluridisciplinare, si prevede l'inserimento di alcune opere d'arte pittorico/scultoree consistenti in una "serie parallela" di dischi di vetro di 2m di altezza. Su di essi vengono rappresentati, con tecnica pittorica, elementi concettualizzati della Natura che nella visione prospettica del passante si ricompongono, grazie alla trasparenze del vetro, in una immagine unitaria.

IL SISTEMA D'ILLUMINAZIONE
Il sistema di arredo e di illuminazione si configura anch'esso come "metafora". Si propone una serie di elementi a carattere ironico intitolata "Siciliani stanchi", ispirati a recenti icone medianiche della sicilianità, nei modelli "Ficarra e Picone", "Carusi", "Antonio ... fà cardu".

IL VERDE
Il poco verde esistente viene integralmente rispettato e mantenuto all'interno del progetto proposto.
Si prevede l'inserimento di ulteriori fasce alberate, alternando file di limone e arancio amaro. Quest'ultimo in aderenza a quanto gia previsto nel progetto di pista ciclabile allegato ai materiali del concorso.

LE SISTEMAZIONI SOTTOSUOLO
Anche se in pieno centro storico, il progetto propone due interventi che individuano una sistemazione "sottosuolo": il parcheggio ipogeo per residenti e non; lo scavo procurato dall'architettura di ombre della chiesa di Santo Spirito.
Le motivazioni di tali scelte non sono legate solamente alla strategia progettuale adottata e ai temi spaziali indagati. Esse rimandano alla ferma convinzione che una moderna e concreta azione di riqualificazione del centro storico non possa consistere solamente in un superficiale lifting dei suoi viali. È possibile, e sempre più auspicabile, chiamare in aiuto lo spessore dei suoli per risolvere le questioni legate alla qualità dei suoi spazi. Oggigiorno possiamo scavare spazi senza nessuna difficoltà tecnica, e capaci di promuovere una adeguata qualità dell'abitare (vedi le sperimentazioni odierne sul tema dell'ipogeo). Il problema rimane sempre quello dell'imbarazzo (tutto italiano) ad operare in luoghi stratificati, dove si presume o si è certi di trovare resti del nostro glorioso passato.
Nella convinzione che la soluzione di alcuni problemi, importanti come quello della sosta delle autovetture, non possa essere semplicisticamente realizzata pensando di allontanare le macchine dal centro storico, si propone un parcheggio ipogeo, realizzabile con le consuete tecnologie e i cui costi vanno determinati su una maggiore conoscenza dei dati contestuali fondamentali.
Per quanto riguarda lo scavo operato in prossimità della chiesa di Santo Spirito, la questione si pone in maniera diversa, perché tale scavo pretende di assumere un carattere simbolico.
Certamente sarebbe stato più rassicurante organizzare la sezione con modesti abbassamenti del piano di calpestio; tuttavia, riteniamo che l'ipotesi di incontrare (scavando) le antiche mura storiche della città renda la relativa scommessa architettonica molto allettante.
In tutte e due i casi proposti, le opere sottosuolo possono chiamare in aiuto il capitale privato (Project financing), sgravando l'Amministrazione dei relativi oneri.